The age of Q – Alcuni scandali dell’Amministrazione Obama

Fast and Furious

Nel 2009 l’amministrazione Obama varò l’operazione “Fast and Furious”, che consisteva nella vendita di migliaia di armi (compresi 34 fucili calibro .50, capaci di abbattere un elicottero) ai cartelli dei narcotrafficanti messicani per poi tracciarle attraverso il GPS ed arrestare così i narcos. In realtà, sia gli informatori che le indagini hanno dimostrato che nessuno si è mai occupato di tracciare le armi, che sono state successivamente usate in numerose azioni criminali, anche contro cittadini americani. Ovviamente lo scandalo è stato finora messo a tacere attraverso vari stratagemmi legali, tra i quali quello di invocare il “privilegio dell’esecutivo”. L’operazione aveva anche lo scopo di incentivare fatti di sangue utili ad attaccare il Secondo Emendamento.


Bengasi

Nel 2011 gli USA avevano stabilito un avamposto diplomatico a Bengasi, città considerata il cuore della fronda anti-Gheddafi (leader libico ucciso l’anno prima dai ribelli, ma con il consistente aiuto della NATO, al culmine della guerra civile) e si erano rifiutati di andarsene, contrariamente a quanto avevano fatto tutti gli altri paesi occidentali, di fronte a serie minacce di attacchi da parte di terroristi jihadisti, di cui la città era letteralmente infestata. L’inevitabile attacco avvenne il tra l’11 e il 12 settembre del 2012 (la data, ovviamente, non è casuale); il Dipartimento di Stato, allora retto da Hillary Clinton, era stato avvisato del pericolo 9 mesi prima. Nell’azione morirono 4 cittadini americani, tra cui l’ambasciatore, e nulla venne fatto, a livello militare, per predisporre un salvataggio durante l’attacco, che durò in tutto oltre 6 ore. Perché era cosi importante mantenere un avamposto a Bengasi in quella che era, a tutti gli effetti, una missione suicida? Secondo quanto emerso dai documenti messi a disposizione da Wikileaks, l’avamposto (che comprendeva un’area di pertinenza della CIA) serviva a far pervenire armi sia ai ribelli libici che a quelli siriani, che avevano tra le loro file organizzazioni come i Fratelli Musulmani, al-Qaeda e l’ISIS. Il disegno era quello di stravolgere il Medio Oriente secondo il piano stabilito subito dopo l’11 settembre 2001, che stabiliva il cambio di regime in sette paesi (Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Iran) nell’arco di cinque anni e che stava andando a rilento.


Le forniture di armi all’ISIS e la persecuzione del generale Flynn

Ad agosto del 2014 Obama costrinse il generale Michael Flynn, direttore della Defense Intelligence Agency da luglio del 2012, alle dimissioni: il generale aveva espresso obiezioni sulle politiche dell’amministrazione dei confronti dell’ISIS ed era probabilmente venuto a conoscenza delle forniture di armi al Califfato da parte degli USA. A febbraio del 2016 Flynn fu nominato consulente della campagna elettorale di Trump; divenne poi il Consigliere per la Sicurezza Nazionale del nuovo presidente, rimanendo in carica per soli 24 giorni: fu costretto a dimettersi sull’onda delle nuove voci sulla collusione tra Trump e la Russia, che sarebbero poi sfociate nell’inchiesta Mueller (Flynn aveva effettivamente incontrato l’ambasciatore russo Kislyak nell’ambito di normali meeting relativi al passaggio di consegne tra un’amministrazione e l’altra). Era iniziata una persecuzione giudiziaria legata molto probabilmente ai segreti della collaborazione tra l’amministrazione Obama e l’ISIS di cui il generale è a conoscenza. Proprio l’inchiesta Mueller forzò Flynn a dichiararsi colpevole dietro pressioni e minacce di coinvolgimenti giudiziari del figlio, che aveva appena avuto una bambina. Il processo al generale ha dimostrato come l’FBI abbia fabbricato le prove a suo carico (anche attraverso la manipolazione dei verbali di interrogatorio, i famosi “302”), ha evidenziato negligenza e malafede all’interno del Dipartimento della Giustizia e si è concluso con l’assoluzione del generale.

I fratelli Awan

Dal 2004 al 2017 i fratelli Awan, cittadini pakistani, hanno lavorato come esperti informatici presso il Congresso americano. Originariamente assunti dal Rappresentante Gregory Meeks, democratico di New York (largamente considerato come uno dei membri più corrotti del Congresso), sono stati via via assunti da altri membri democratici, fino ad arrivare a lavorare per 31 diversi Rappresentanti del Congresso, molti di essi inseriti in comitati con livello di sicurezza top secret. I Rappresentanti Jackie Speier e Debbie Wasserman Schultz hanno richiesto per loro speciali autorizzazioni di sicurezza (accesso ai segreti). I fratelli Awan non si vedevano quasi mai alle riunioni dei membri dello staff del Congresso ed avevano salari almeno doppi rispetto a quelli degli altri staffer, per un ammontare totale di pagamenti alla famiglia pari a circa 4-5 milioni di dollari. Inoltre i fratelli Awan, contravvenendo alle regole, gestivano un server esterno in cui conservavano informazioni governative e avevano uno speciale permesso per accedere alla Casa Bianca. I fratelli Awan sono stati ritenuti responsabili del furto di computer avvenuto ai danni di 21 membri del Congresso e sono stati arrestati, ma grazie alla copertura da parte dell’establishment democratico, e soprattutto di Debbie Wasserman Schultz, hanno ricevuto condanne mitissime. Dai fatti è emerso che gli Awan facevano parte di un circuito spionistico e avevano legami con il narcotraffico che avviene sulle rotte tra Pakistan e Turchia, collegato a personaggi di Hezbollah. Gli stessi gestivano a Washington una falsa rivendita di auto usate (il cui nome era Cars International A, la cui sigla è quindi CIA… certe cose nessuno riuscirebbe a inventarle!) che faceva da copertura a un giro di cocaina avente proprio lo scopo di finanziare Hezbollah. Lo stesso Obama si occupò di bloccare un’indagine della DEA (l’agenzia antidroga americana) nei confronti degli Awan, proprio nel periodo in cui il capo della CIA Brennan auspicava un’apertura politica nei confronti degli elementi moderati di Hezbollah in Libano. Lo stesso stile di vita austero degli Awan suggerisce che il denaro da loro raccolto sia servito al finanziamento del partito islamico.


La mega-tangente sui libri scolastici

Q ha reso noto (Q#3754) che l’amministrazione Obama ha assegnato un contratto da 350 milioni di dollari alla Pearson Publishing per dei testi scolastici e che una sussidiaria della stessa casa editrice ha pagato 65 milioni di dollari a Barack Obama, una volta concluso il mandato presidenziale, per un accordo su un libro da pubblicare. Si tratta chiaramente di una mega-tangente; lo stesso Trump ha alluso all’accordo economico di Michelle Obama per la pubblicazione del suo libro e all’intesa dei coniugi Obama per la collaborazione con Netflix come ad accordi sospetti.

ARTICOLO BASATO SU MATERIALE DEL 2019. VISITATE: WWW.QANON.IT


Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora